L’INVENZIONE DELL’AMORE
(The Invention of Love)
versione italiana Ludovico Terzi
di TOM STOPPARD
con
MASSIMO DE FRANCOVICH AEH – Housman all’età di 77 anni
e in ordine di apparizione
RICCARDO BINI Caronte – Chamberlain
LUCIANO ROMAN Housman
ALESSANDRO LOMBARDO Pollard
DAVIDE DALL’OSSO Moses Jackson
FLAVIO BONACCI Jowett
ANDREA GARINEI Pater
MICHELE DE MARCHI Oscar Wilde
installazione scenica
GIANNI CARLUCCIO
musica a cura di
PAOLO TERNI
regia
PIERO MACCARINELLI
Scritto da Tom Stoppard nel 1997, L’invenzione dell’amore costituisce, al momento, il suo ultimo testo teatrale. Siamo ad Oxford nel 1936. Alfred E. Housman sta aspettando I’arrivo di Caronte che lo deve accompagnare in un ultimo lungo viaggio. Sui bordi dell’acqua si svolge quasi per intero una vicenda che oscilla fra narrazioni differenti e differenti piani temporali.
Si tratta di un sogno del protagonista o del suo delirio preagonico?
Incontriamo persone che in diversi momenti e in diverse situazioni sono state importanti per la sua vita; sentiamo le loro voci mentre citano i grandi poeti latini che hanno inventato la poesia d’amore; vediamo i suoi insegnanti ed i suoi colleghi, filosofi del testo e traduttori di classici latini, rettori e cattedratici dell’università, scrittori ed esteti, ma anche il giovane Housman e i suoi inseparabili amici Pollard e Moses Jackson, studioso adolescente oggetto delI’amore di tutta una vita, amore platonico ma anche carnale, amore mai consumato, amore inventato…
Se, come scrive Oscar Wilde, la verità è frutto dell’immaginazione, anche questo amore di Alfred E. Housman per Jackson potrebbe essere I’invenzione dell’amore o meglio dell’amato; ma proprio nella contrapposizione fra Oscar Wilde ed Alfred E. Housman, fra il poeta e lo studioso, risiede un’altra delle chiavi di questo affascinante testo che contrappone la disperazione vitale e creativa del poeta all’umbratile tristezza del filologo e dello scienziato: come a dire le due anime dello stesso Alfred E. Housman.
Forse soltanto al termine di una vita è possibile tirare le somme, ma ognuno continua a rimanere I’unico arbitro della propria vita.
Questo studio vuole restituire, pur nel rispetto delle coordinate drammaturgiche del testo, gli assi portanti della narrazione. Attraverso immagini e parole registrate vuole indicare il percorso di Alfred E. Housman verso un’impossibile ricerca dell’unità di se stesso, sgomberando il campo da tutti gli equivoci e le false interpretazioni, da tutte le credenze sedimentate, le certezze nate dall’equivoco. Sia pure attraverso un incontro, impossibile e struggente, con se stesso da giovane.
Un incontro cruciale ma destinato a risultare, quando accade, ormai disperatamente inutile.
Piero Maccarinelli
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