Dediche alla città di Napoli è una sorta di prologo giornaliero al Festival, un modo per entrare dentro le pieghe di una città ricca di tante risorse per esaltarne la vitalità e la storia, per rintracciare dei punti di fuga e nuove prospettive.
Sullo sfondo della vicenda un’analisi cruda, spesso goffa e amaramente comica dell’Italia contemporanea. Il suo rapporto con gli altri paesi europei, ed in particolare con la Germania della Merkel. L’Italia, come la Germania, ha avuto dalla storia la possibilità di operare un processo di cambiamento radicale, una Metanoia che dopo la seconda guerra mondiale avrebbe potuto trasformare il nostro Paese in un punto di riferimento mondiale.
Una fuga sul giudizio, sull’angosciosa, e inane, pretesa del diritto di inseguire e bloccare nella norma il tumultuoso rinnovarsi della vita e dell’esperienza. Uno spettacolo-installazione, concepito in due parti, in cui, oltre alla triade che officia il mistero del processo, l’avvocato, il giudice, il pubblico ministero, troviamo le vittime e i loro carnefici, ma anche figure quali Cristo, Pilato, Socrate, Voltaire e un gorilla.
Il progetto Una favola di Campania nasce dalla volontà di creare una decina di appuntamenti
che mirino a costruire una sorta di itinerario che, partendo da Napoli, toccherà alcune
città costiere della Campania.
Il grande filosofo e psicoanalista junghiano Umberto Galimberti ci guiderà nel territorio misterioso dell’Amore.
Le cose d’amore non appartengono al racconto dell’anima razionale perché, in loro presenza, l’anima si sposta, esce dal recinto umano della ragione e si ricongiunge alla follia degli dei.