Sulla scena è parcheggiato un carro-furgone, “casa” e teatro viaggiante della compagnia che si appresta a mettere in scena l’opera. La modularità del carro, favorirà la messa in scena di sette novelle del Decamerone, permettendo di volta in volta la creazione degli spazi e delle suggestioni necessarie alle storie che si vanno a narrare.
Una grande passione anima la compagnia, ma non altrettanto grandi sono le loro risorse materiali, si alterneranno quindi in un susseguirsi di ruoli e vicende, forti della loro arte teatrale.
Gli ultimi giorni di una donna eccezionale, Elisabetta I d’Inghilterra, la sua agonia richiama fantasmi e momenti privati. Una donna, una regina, un’isola e il suo popolo amante. Dignità e disperazione, humor sagace. Un viaggio doloroso nel silenzio affollato di un’anima caparbia e delicata al tempo.
Chi è Michele Cozzolino? E perché quella che per lui doveva essere una giornata come tante diventa invece l’occasione di un inaspettato evento pubblico, con una platea che sembra sapere tutto della sua vita e lo interpella, lo incalza, lo biasima, si complimenta?
Uno sterrato ai piedi di una scarpata su cui passa un cavalcavia. Sul terriccio grumoso, che affaccia verso il campo, situato oltre i pilastri, solo due cubi di cemento abbandonati dagli operai che servirà da panchina di osservazione per le ragazze. In questa zona franca di questa terra di nessuno sin dalle prime ore dell’alba, affluiscono vari ragazzi e ragazze che, disertando la scuola, si sono dati lì appuntamento per una partitella di cui gli uni saranno protagonisti e le altre spettatrici.
Certo, una coppia borghese può essere teatrino di tutti i vizi borghesi: ostentazione di ricchezze, rapporti utilitaristici, rivendicazione dei diritti di figli avuti da matrimoni precedenti, patrimoni da spartire, lettere di avvocati, conti in banca, minacce, testamenti, risarcimenti, crisi di panico e via discorrendo. Per non parlare delle menzogne, i sotterfugi, i tradimenti e tutte le complicazioni che ne conseguono.